giovedì 14 gennaio 2010

pensieri extra vaganti

Qual è il rapporto della città con l'uomo?
La città non ti conosce più e tu non la conosci.
Quanto più è grande, tanto più sei un ospite, uno straniero, tanto più povera e vuota diviene la tua vita.
E forse per questo che l'uomo ama vivere nella città? per fuggire se stesso?
Per perdersi?

Il mondo ci spersonalizza
Gli uomini oggi sono fatti in serie, le personalità
diminuiscono giorno per giorno, tutti diveniamo
come i polli di allevamento: allevamento nelle
fabbriche, allevamento in questi casoni. Basta
entrare in queste città come Palermo o Milano o
tante altre: questi grandi fabbricati dove stanno
centinaia di famiglie! Siamo animali
d’allevamento, non c’è nulla da fare, perché il
fatto di vivere in un ambiente simile pian piano ci
fa uguali tutti. Tutti leggono il medesimo giornale,
tutti vanno con il medesimo autobus, tutti fanno
le stesse cose tutti i giorni, hanno gli stessi gusti,
mangiano le stesse cose. Sapete come si fa in
America? Si va alla tavola calda, così in piedi, e si
prende tutti la medesima cosa. È spaventoso!
Guardate che la decadenza della cucina è anche la
decadenza dell’umanità. È una cosa importante
anche questa, perché tutto quello che implica la
salvezza dell’uomo implica la distinzione
personale. Come sarebbe bello vedere camminare
quello con i pattini, quello con i trampoli.. E invece
non si vedono mica camminare così! Ci sono le
macchine e basta.
Il mondo ci salva facendoci animali, perché la
salvezza a cui ci portano i partiti implica di per sé il
livellamento delle coscienze, il livellamento
dell’intelligenza, il livellamento della vita
economica: tutti si deve star bene. E se io voglio
star male? Ma guarda un po’, non mi lasciano
nemmeno la libertà di star male! Ci danno giorno
per giorno da mangiare come ai polli. Se si va
avanti di questo passo si finisce così. Praticamente
tutta l’economia degli stati, tende a liberarci da
ogni proprietà personale perché poi tutti
diventiamo gli stipendiati del governo, il quale
penserà tutti i giorni a farci mangiare una bistecca,
a darci due o tre contorni, il dolce e la frutta. Oh,
ma sentite un po’, a me mi piace ogni tanto fare
anche il digiuno! Ma che storie son queste di
ricattare gli uomini? L’uomo deve essere salvato
per quello che è, non livellarlo per poterlo salvare.
Ed è Cristo soltanto, ed è Dio soltanto che ci salva.
Donarci a Lui non vuol dire perdere noi stessi, i
nostri connotati: Egli ci conosce per nome, dice il
Vangelo.

Divo Barsotti